Quando si tratta di innovazione, l’Italia è sempre in prima fila.
Soprattutto quando l’innovazione è scienza.
L’ultimo ritrovato scientifico in merito al fotovoltaico è relativo allo stoccaggio di energia solare.
Che cosa si intende per stoccaggio
Lo stoccaggio è la conservazione di un prodotto per un periodo di tempo più o meno lungo.
Per il fotovoltaico, lo stoccaggio consiste nell’utilizzo di batterie che permettono di accumulare l’energia prodotta durante il giorno (con il sole), per poi utilizzarla la notte (quando il sole non c’è).
Come per le automobili e i dispositivi elettronici, le batterie sono efficienti ma la scienza sta comunque continuando a creare dei sistemi di stoccaggio più performanti.
Esiste un’alternativa alle batterie?
Sembra proprio di si, e il merito è proprio di un’italiana.
Laura Fabris è una ricercatrice del Dipartimento di Scienze dei Materiali e Ingegneria della Scuola di Ingegneria presso la Rutgers University–New Brunswick (Stati Uniti).
Fabris ha portato avanti uno studio, pubblicato nella rivista Chem, nel quale ha scoperto che delle piccolissime nanoparticelle a forma di stella, grandi qualche milionesimo di millimetro, riescono a rendere più efficiente lo stoccaggio di energia solare.
Insomma, si tratta di vera e propria polvere di stelle.
Le nanoparticelle sono rivestite con un materiale semiconduttore (in questo caso il biossido di titanio) che è in grado di trarre idrogeno dall’acqua circa 4 volte più efficacemente di altri sistemi già esistenti.
“Invece di usare la luce ultravioletta, come nella pratica comune, abbiamo sfruttato l’energia della luce visibile e infrarossa per eccitare gli elettroni delle nanoparticelle d’oro. Gli elettroni eccitati nel metallo possono essere trasferiti in modo più efficiente al semiconduttore che catalizza la reazione”, afferma la ricercatrice italiana.
Gli elettroni presenti nelle nanoparticelle provocano una reazione che genera idrogeno direttamente dalle molecole d’acqua (Ashley Pennington/Rutgers University-New Brunswick). Questo permette di accumulare l’energia solare sotto forma di idrogeno, il quale può venire utilizzato come combustibile in assenza di sole.
Lo stoccaggio sta proprio qui: accumulare la forza del sole direttamente nelle particelle di idrogeno.
“Questo è stato il nostro primo passo, ma dopo aver capito il materiale e il suo funzionamento possiamo disegnare nuovi materiali per applicazioni in diversi campi, come nei semiconduttori, nell’industria solare o chimica, oppure per la conversione dell’anidride carbonica in qualcosa che possiamo usare. Nel futuro potremo ampliare notevolmente i modi con cui sfruttiamo la luce solare”.
Quello dell’energia solare è uno dei campi di studio dove stanno nascendo le innovazioni più interessanti.
Come quella della polvere d’oro della professoressa Fabris.
Cosa ne pensi?
Credi che questa forma di stoccaggio possa rimpiazzare le batterie di accumulo?
Se vuoi saperne di più sul fotovoltaico o intendi installare un impianto a casa tua, scopri qui come fare.
Ing. Giuseppe Mariniello
Ufficio tecnico